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Fantasmi dArcadia (inedito)

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Io mi vorrei che queste tue mèmori storie
di pètrule levighe e sparse fossero in una sola mano
raccolti così unque eddove diversi prolifici semi
segni arsi e vitali infinitesimi d’ore dolenti e felici
et oracoli di spemi rupestri eppur ancora carezzevoli
così ancora sulla rupe teniamoci – che tu non temi
ed io non m’abbandoni ad astanze colpevoli narcisi egoismi
dolcezze effluvii d’abbondanze inusiti ai sensi comuni
sprecati e disutili ai bàratri inviti ai volupti richiami
e canti vani e manieristiche nautiche peregrinazioni.

Scorrono pètrule – appunto – per queste stanze
carnali e cercano i tuoi spazi minuscoli d’un giorno
d’un’ora ond’io orora m’appresto a sfiorare le impronte
a rimirare il fermo ricordo qui là dove stai e come sai
una ciottolina il bicchiere una seta un sedile un
libercolo smarrito sìmule traccia di sguardi dolcidui
e lontani e inani risorse d’amore.

Le bateau s’amuse sciaborda indefinite istanze
ansioso àlbatro ivre ai bagliori sènsili crede immagini
prènsili alla carne consuma residui d’angosce e non
prova - risente quantunque il canto di quella attenzione
tua sottile umana tanto quanto disumana d’assenza –
quanto lontano è questo giorno – oggi – questo mormorìo
d’acque prolifica rivelazione d’istinti unici – noi -
quanto – io - rivoglia un poco totale disponibile la tua
inobbligata fedeltà così che si disvelino à rebours
meraviglie oceanine feste sull’acque giovinette grida
e lasciti generosi rigeneranti quand’io più
che segnali pretenziosi e immeritevoli altro non dia.

Ma tu uccello-donna pacatamente ascolti generosa
risposta proponi e ciascun dimentica il dolore
je te l’ai dit pour le nuages – avec Èluard – je te l’ai dit
pour l’arbre de la mer je te l’ai dit pour tes pansées pour
tes paroles toute caresse toute confiance

invano poiché il volo ampio è muto finché non lascerà
insincere fredde captive classiche scenografie
finché alle improbabili rive d’Arcadia non s’arresterà
atona e silente la notte degli archi.

 Flavio Almerighi - 06/10/2010 14:07:00 [ leggi altri commenti di Flavio Almerighi » ]

E’testo di bellezza immane, stordente, quasi invadente. La grandiosità delle immagin ie il senso della ricerca si pongono in un unico dove e come a rendere compatto il verso, piacevole e sorprendente la lettura. Complimenti all’autore

 Maria Grazia Cabras - 02/10/2010 07:47:00 [ leggi altri commenti di Maria Grazia Cabras » ]

Atmosfere evocative trasognate
"Fantasmi D’Arcadia"
frammenti di realtà trasfigurata
in volo

 Salvatore Vioante - 30/09/2010 22:25:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Vioante » ]

Mi sembra un dotto gioco verbale, zeppo di ironica sonorità questo di Giò Ferri, un modo per sorvolare ogni decadentismo.

 Antonio De Marchi-Gherini - 27/09/2010 21:21:00 [ leggi altri commenti di Antonio De Marchi-Gherini » ]

Poesia materica, arcadia e miti sono pretesti per un canto biologico della vita. L’unico possibile per il poeta Giò Ferri e la sua poetica che non ammette alterità o teologie che non siano quelle degli spazi infiniti della nostra mente, pardon...cervello.

 Loredana Savelli - 27/09/2010 21:01:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Un poesia giocata sui suoni, sulle evocazioni (arcadiche), sugli agganci semantici, che però sfuggono e non si fanno afferrare.
Ammiro la perizia, l’arte di saper accostare colori e sapori antichi e moderni (o post-moderni) per celebrare, in definitiva, l’aspetto leggero del fare poesia, lasciando però una sensazione straniante.

 leopoldo attolico - 27/09/2010 11:52:00 [ leggi altri commenti di leopoldo attolico » ]

L’Arcadia di Gio irrompe in punta di piedi nella nostra modernità con i suoi cordiali fantasmi votati a riproporci il fascino d’antan con le modalità espressive sue proprie , senza tirarci per la giacca .
Oggi, spesso, la poesia ci strattona (hainoi!). L’Arcadia ci persuade per virtù sua propria , come una mano sulla spalla .

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